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La Leadership Gentile per navigare nell’incertezza (e molto altro)

La gentilezza dovrebbe diventare il modo naturale della vita, non l’eccezione

(Siddartha Gautama)

 

“Noi”, non “Io”, “Ascoltare”, non “Imporsi”, “Agire con rispetto”, non “Agire e basta”, “Guidare un team con fiducia”, non “dirigere”: sono tanti quei piccoli e allo stesso tempo grandi tratti distintivi che identificano una leadership gentile.

Ma perché in questo ultimo periodo si parla tanto di leadership gentile?

Gli ultimi due anni sono stati estremamente sfidanti: il mondo è stato scosso da una fase storica dettata dalla pandemia da Covid-19, da nuove crisi economico-politiche, e da un susseguirsi di eventi causali che, inesorabilmente, hanno coinvolto (e continuano a coinvolgere) persone, ambienti e organizzazioni.

Da un contesto VUCA (Voltatile, Incerto, Complesso e Ambiguo) siamo passati ad un contesto BANI (Brittle, Anxious, Non linear, Incomprehensible). “BANI” comprende instabilità e situazioni caotiche, sorprendenti e disorientanti che generano ansia.

Le organizzazioni hanno dovuto affrontare il nuovo contesto con cambiamenti imprevisti e veloci e continuano a essere modificate e riadattate al fine di mantenere una soglia di produttività necessaria al conseguimento degli obiettivi.

Noi come Persone stiamo sperimentando una situazione di incertezza continua: apportiamo i cambiamenti necessari per adattarci a un asset di variabili complesse, tra le quali la gestione dello smart working, la digitalizzazione dei processi che richiede processi continui di up e re-skilling, la gestione di personale assente improvvisamente per la pandemia. Sono tutte situazioni che generano ansia e che hanno un impatto sul nostro sistema di relazioni interpersonali e organizzative.

Ci poniamo nuove riflessioni su di noi e su ciò che ci circonda: il nostro modo di intendere la vita, il lavoro e le emozioni che proviamo impattano sul nostro benessere e sul work-life balance.

Le organizzazioni devono tener conto di nuovi bisogni relazionali emergenti e della necessità di potenziare alcune competenze per affrontare il contesto BANI, attraverso un processo di rinnovata consapevolezza di sé e di responsabilità individuale unitamente ad uno stile di leadership che supporti e potenzi non solo e non tanto lo sviluppo di competenze tecniche richieste dal ruolo ma anche e soprattutto che supporti il collaboratore e il team per affrontare i momenti di incertezza e per gestire le emozioni correlate.

La fragilità richiede competenze di resilienza e flessibilità, l’ansia richiede empatia e consapevolezza, la non linearità può essere affrontata con lettura del contesto, l’incomprensibilità può essere gestita con una comunicazione trasparente con la valorizzazione dell’intuizione.

Il nuovo scenario richiede una leadership gentile, empatica, che ponga al centro il concetto di Umanità e di relazione; una leadership gentile capace di lanciare un messaggio chiaro: passare dall’Io al Noi per camminare insieme verso un obiettivo comune e con una salda relazione basata sulla fiducia reciproca, nel rispetto di ogni unicità che contraddistingue ogni singola persona del proprio team.

Creare relazioni di fiducia, ascoltare attivamente, essere empatici, accettare la diversità, fare domande e dare feedback sono alcune delle competenze chiave del leader gentile oltre ad un approccio strutturato per il raggiungimento di obiettivi.

Continui scambi e confronti con il team per lo sviluppo della consapevolezza e il potenziamento della responsabilità individuale sono gli elementi di successo da monitorare frequentemente un team vincente.

Una leadership gentile e sincera, impostata su queste competenze e un modus operandi contribuiscono alla creazione di un clima sereno, nitido dove le persone si sentono responsabilizzate, sicure, motivate e autonome in quanto sono la fiducia e l’empatia i principi collanti di un gruppo.

Una leadership che riconosce la persona per quello che è, che riconosce i punti di forza e da feedback per potenziare le aree di miglioramento, è consapevole che ognuna delle proprie risorse ha un naturale orientamento verso il talento e sarà suo obiettivo quello di scoprirlo e farlo crescere con cura.

Il leader diventa un facilitatore per le relazioni interne ed esterne all’azienda, sollecitando soluzioni nuove e inesplorate, nei prodotti o servizi e nei processi; facilita la produzione di senso, di ragionamento e l’engagement dei collaboratori perché essi non lavorano più per una mera retribuzione ma, avendo riscoperto il valore del tempo e dello spazio grazie anche allo smart working, cercano il benessere in azienda, seguendo con gioia una o più figure in grado di apportare l’equilibrio vita-lavoro grazie a una serie di decisioni fondate sull’ascolto e sulla comprensione.

La lungimiranza è la virtù di chi ha il coraggio di vedere lontano, di chi pianta un seme perché consapevole che un giorno quell’albero contribuirà a rendere un giardino rigoglioso di frutti ed Ambire Società Benefit quel seme lo ha piantato oltre vent’anni fa: il nostro modello di leadership è da sempre basato sulla gentilezza poiché la nostra cultura organizzativa fonda le sue radici sull’ascolto e sulla volontà di far sbocciare le unicità di ognuno senza mai perdere di vista gli obiettivi: dal team al cliente, dalla strategia all’operatività dei task nell’ottica dell’ascolto e della fiducia reciproca in un clima di costante collaborazione, insegnandoci che il successo non è altro che una naturale conseguenza delle nostre azioni e intenzioni.

Il nostro modello di leadership gentile è fondato su principi, metodologie e teorie dell’Analisi transazionale, della teoria sistemica, del coaching e counselling.

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