Il Lifelong learning, o apprendimento permanente, è un processo di auto-orientamento e auto-educazione che caratterizza l’intero arco di vita di una persona. Ha il fine di permettere a ogni individuo di rispondere in modo efficace ed effettivo ai nuovi bisogni, cambiamenti e sfide che gli si presenteranno durante la vita.
La caratteristica più significativa di tale processo è il suo approccio “personale” e “personalizzato”. “Personale” poiché è l’individuo stesso a gestire il proprio LLL per l’accrescimento delle conoscenze e delle competenze che gli permettono di partecipare al mercato del lavoro, promuovendo l’auto-organizzazione e l’inclusione.
“Personalizzato” perché la formazione deve svilupparsi come un processo su misura, attento alle diverse fasi di vita e alle diverse esigenze che caratterizzano il singolo.
In Europa in concetto di Lifelong Learning prende piede nella metà degli anni Novanta, con il conseguente superamento della divisione tra educazione formale, informale e non formale.
Nel 2000, con la Conferenza di Lisbona, viene confermato che il buon esito della transizione sociale basata sulla conoscenza deve essere accompagnato da un orientamento verso l’istruzione e la formazione permanente. All’interno del documento pubblicato, “A Memorandum on Lifelong Learning”, viene affermato come la nozione di istruzione e formazione permanente non rappresenti più unicamente un aspetto della formazione generale e professionale, bensì il “principio informatore” dell’offerta e della domanda in qualsiasi contesto correlato al processo di apprendimento.
Nel 2002, l’istruzione e la formazione diventano i mezzi indispensabili per la promozione di fattori come la coesione sociale, la realizzazione personale e professionale, la cittadinanza attiva ed infine l’occupabilità.
La chiave di successo, nell’incentivare tale processo, sta nel coinvolgere, con consapevolezza e responsabilità, tutti gli attori partecipanti a partire dal singolo individuo per arrivare a Istituzioni europee, parti sociali e mondo delle imprese.
In quest’ottica è doveroso analizzare il quadro di riferimento per lo sviluppo sostenibile definito attraverso l’Agenda 2030. Al suo interno, tra i 17 obiettivi specificati, il quarto fa riferimento a “un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e alla promozione di opportunità di apprendimento permanente per tutti”.
In particolare, il punto 4.4 prevede di: aumentare considerevolmente il numero di giovani e adulti con competenze adeguate, anche tecniche e professionali, per l’occupazione, un lavoro dignitoso e l’imprenditorialità.
Analizzando il contesto entro il quale viviamo, è necessario specificare quanto il LLL sia un processo da non sottovalutare, soprattutto in presenza di un continuo invecchiamento della popolazione e di un allungamento della vita lavorativa; l’aggiornamento e la riqualificazione delle persone dovrebbero essere al centro delle preoccupazioni individuali e collettive.
Infatti, come osservato da alcuni studi condotti, il tasso di partecipazione alla formazione permanente in Italia è inferiore alla media UE (8% contro 10%), il tasso di istruzione terziaria nelle fasce di età tra i 30 e i 34 anni è uno dei più bassi dell’UE (26,3% nel 2016) e resta lontanissimo dalla media europea (39%).
Inoltre, nell’attività di promozione della formazione permanente, un compito significativo potrebbe essere svolto dalle nuove tecnologie, sempre più pervasive e alla portata di tutti; favorendo azioni e politiche a sostengo della “cultura del digitale” sarebbe possibile, anche in piccola percentuale, colmare il forte divario che caratterizza il nostro Paese.
Come detto precedentemente, il LLL aiuta a raggiungere l’obiettivo di rispondere in modo agile ed efficace alle esigenze che emergono all’interno di un contesto di mercato volatile. Nelle organizzazioni aziendali è di fondamentale importanza cambiare l’approccio all’apprendimento, non rendendolo unicamente un qualcosa che può avvenire solo in un percorso di training; bensì incentivare ciascuna persona a cogliere l’apprendimento all’interno di qualsiasi attività e confronto tenutosi durante una giornata lavorativa. Uscire dalla propria zona di comfort aiuta a potenziare l’efficacia dei comportamenti per puntare a un miglioramento continuo. Si tratta di un meccanismo fondamentale per raggiungere ed aumentare l’empowerment organizzativo e il benessere personale.
Sviluppare una mentalità di crescita, diversificare esperienze e competenze, mettersi in gioco e trovare il proprio Ikigai (espressione giapponese tradotta come ragion d’essere) sono alcune delle best practices che aiutano il soggetto ad entrare in un’ottica di continuo miglioramento, portandolo ad agire quotidianamente per il potenziamento del proprio sviluppo personale.
Noi di Ambire Società Benefit adottiamo nei nostri percorsi formativi l’approccio LLL in linea con le nuove sfide e opportunità collegate alla trasformazione e all’avanzamento del mercato del lavoro.
Supportiamo le organizzazioni e le persone nel potenziamento dei processi di Reskilling e Upskilling, consapevoli che le competenze strategiche da accrescere sono le soft skills attraverso metodologie esperienziali e un processo di co-costruzione dei significati che potenziano la persona con un impatto non solo nel lavoro ma anche nella vita privata.